lunedì 29 dicembre 2014

Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano

IL PANE E LE ROSE

Milano, Fondazione Arnaldo Pomodoro
Martedì 24 Marzo 2015 - Venerdì 17 Luglio 2015

La stagione espositiva 2015 della FONDAZIONE ARNALDO POMODORO

Due gli appuntamenti espositivi organizzati dalla Fondazione per il 2015, nell’ambito delle iniziative legate a EXPO: dal 24 marzo al 17 luglio la collettiva “Il pane e le rose” e dal 22 settembre al 18 dicembre “Omaggio a Giovanni Carandente. Ritorno a Spoleto 1962”.

Con “Il pane e le rose”, a cura di Marco Meneguzzo, la Fondazione Arnaldo Pomodoro, riflettendo sul tema di EXPO 2015, mette in evidenza la necessità di “nutrire il pianeta” anche attraverso il nutrimento dello spirito. Massimo Bartolini, Loris Cecchini, Pino Deodato, Chiara Dynys e Giuseppina Giordano, cinque scultori italiani di diverse generazioni, caratterizzati dai più vari strumenti espressivi, sono chiamati a interpretare queste tematiche.
 “Omaggio a Giovanni Carandente. Ritorno a Spoleto 1962”, a cura di Luciano Caprile, in collaborazione con Palazzo Collicola Arti Visive Spoleto – Museo Carandente, ripercorre le tappe dell’avventura iniziata nel 1962 quando, nell’ambito del Festival dei due Mondi di Spoleto, Giovanni Carandente fece collocare nella città 106 sculture di importanti autori italiani e internazionali, dando così vita – per la prima volta in Italia – ad un vero e proprio museo di arte contemporanea a cielo aperto.
Il periodo di EXPO 2015 sarà infine l’occasione per entrare nel labirinto di Arnaldo Pomodoro. Nei mesi da luglio a ottobre la Fondazione organizza una fitta serie di appuntamenti, con visite guidate aperte a tutti, nel grande environment Ingresso nel labirinto (1995-2011), collocato negli spazi sotterranei dell’edificio ex Riva Calzoni di via Solari 35.




 
 
 
Fondazione Arnaldo Pomodoro
Vicolo Lavandai 2/a
20144 Milano
(ingresso da Via Vigevano 9)
 tel (+39) 02 89 075 394
fax (+39) 02 89 075 261
info@fondazionearnaldopomodoro.it
www.fondazionearnaldopomodoro.it
Orari:
dal mercoledì al venerdì,
dalle 16 alle 19
 
 
 
 

domenica 30 novembre 2014

CLAUDIO VALENTE e ANDREA MONTESANTI - MONDADORI MULTICENTER, MILANO




Presentazione del libro "QUELLE CAPANNE CHIAMATE ROMA"
 di
Claudio Valente e Andrea Montesanti
 
Venerdì 5 dicembre 2014

ORE 18,30 sala eventi del MONDADORI MULTICENTER
Piazza del Duomo,1   MILANO


Presenterà Alessandro Brizi

740 a.C. In un piccolo regno di contadini e pastori, Sesto, da poco capo del suo gruppo, inizia una giornata di lavoro. Non sa che il destino gli sta per riservare una serie di enigmatici e per certi aspetti dolorosi eventi. Uno di questi sarà l'incontro-scontro con Romolo, il benedetto dagli dei; un re tanto spregiudicato in battaglia, quanto arguto in politica. Egli ha creato una compagine amalgamando popoli ed imponendo, anche con la forza, il suo disegno politico. Sullo sfondo di trame e spargimenti di sangue, il giovane Fabio diverrà partecipe di una lotta tra realtà configgenti eppure destinate, un giorno, a convergere l'una verso l'altra. Da un lato un mucchio di capanne arroccate su un'altura, avamposto spavaldo delle genti latine; dall'altro gli infidi vicini Etruschi. In gioco c'è la stessa sopravvivenza dei Romani e saranno proprio quei contadini e pastori che con il loro coraggio determineranno il destino di "quelle capanne chiamate Roma".

 



Il libro, che vorrebbe essere il primo di una trilogia ambientata nella Roma arcaica, narra di avvenimenti accaduti intorno al 740 a.C. poco dopo la fondazione di Roma, basati e ricostruiti attraverso le fonti storiche sull’epoca.

Il lettore viene portato gradatamente in un’epoca poco conosciuta nella quale Roma è una fredda realtà di capanne e paludi in cui le persone si contendono le poche risorse disponibili attraverso razzie ed efferatezze. Gli autori in tal senso hanno inteso porre in essere un deciso contrasto, anche visivo, con lo stereotipo di Roma antica quale culla della civiltà.

Questa città, ancora tribale e primitiva, si è dotata di alcune istituzioni e, tramite guerre di confine, si è espansa fino ad assorbire piccole comunità vicine.

Tuttavia l’operato del re, Romolo, è criticato soprattutto da molti dei nobili, che cospireranno contro costui, perché dopo le sue vittorie, al posto di uccidere o rendere schiavi i vinti, ha concesso loro di abitare a Roma, donando addirittura terre di altri cittadini.

Tale scontro porterà molti anni dopo (non in questo libro) all’assassinio del re da parte dei senatori. La cospirazione dei senatori, che inizia invece nel corso nostro testo, è effettivamente una delle ipotesi degli storici (anche dell’epoca) sulla morte di Romolo.

Oltre a tali vicende di cospirazioni, il re, che dopo molte conquiste vorrebbe soltanto consolidare il potere di Roma, sarà costretto anche a dover affrontare le razzie e la seguente guerra contro Fidene, una città molto potente e soprattutto alleata del gigante etrusco di Veio.
Le vicende sono narrate attraverso il punto di vista (ma comunque in terza persona) di alcuni personaggi. Il principale di questi è Sesto un giovane nobile di una famiglia indigena dei luoghi, i Fabi.



domenica 2 novembre 2014

RIVISITAZIONE:BURRI INCONTRA PIERO DELLA FRANCESCA

A SANSEPOLCRO “RIVISITAZIONE: BURRI INCONTRA PIERO DELLA FRANCESCA” PER LA PRIMA VOLTA INSIEME DUE MAESTRI CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA DELL’ARTE ITALIANA

Finalmente, per la prima volta in assoluto nella storia, giacciono sotto lo stesso tetto l’uno accanto all’altro, in un abbraccio ideale tra rinascimento e contemporaneo, Piero della Francesca (Sansepolcro 1416 circa -1492) e Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza 1995). L’occasione di riunire presso il museo civico di Sansepolcro due tra i più grandi rappresentanti della storia dell’arte mondiale, è data dal centenario della morte di Burri e questa mostra nella città natale del maestro della luce, dal titolo “Rivisitazione: Burri incontra Piero della Francesca”, è il primo dei grandi eventi che ne celebra in Italia l’anniversario.

La mostra, che si inaugurerà a Sansepolcro il prossimo 31 ottobre alle 18 e proseguirà fino al 12 marzo, offre ai visitatori l’eccezionale opportunità di scoprire l’inedito rapporto tra i due “rivoluzionari e misteriosi artisti”, nati a pochi chilometri l’uno dall’altro ma lontani 500 anni di storia: “Il rapporto tra la pittura di Burri e quella di Piero della Francesca – chiarisce Bruno Corà, che della mostra è curatore insieme allo staff scientifico della Fondazione Burri - deve essere inteso idealmente per condivisione di registri, quali l'equilibrio delle forme e dello spazio, la tensione geometrica, il respiro classico e un forte amore per i luoghi natali”.

L'evento, ideato dal biturgense Riccardo Lorenzi, a cura della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri , è promosso dall’Associazione Sbandieratori di Sansepolcro e dalla Pinacoteca Civica, il patrocinio dei Comuni di Sansepolcro e di Città di Castello e il fondamentale contributo degli sponsor privati di aziende della Valtiberina umbra e toscana e non solo. Main sponsors sono infatti Tiber Pack e Vimer, con il sostegno di Lino Service, Banca Mediolanum e Umbraplast insieme a Bma Maglificio, Donati Legnami e Banca di Anghiari e Stia. Alla preparazione della manifestazione hanno dato il loro attivo contributo la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico della Provincia di Arezzo.

“La genesi della mostra è stata travagliata ma oggi la soddisfazione di essere riusciti in un’impresa quasi impossibile è grandissima – spiega il sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani – Questo risultato conferma che il dialogo e la collaborazione tra istituzioni, in particolare la Fondazione Palazzo Albizzini, Comune di Città di Castello e Comune di Sansepolcro, e sponsor privati, senza i quali non sarebbe stata possibile, crea una sinergia potente e rende reali e concrete grandi idee. L’incontro tra questi due grandi maestri che hanno enormemente incrementato il prestigio artistico dell’arte italiana nel mondo e che condividono, pur distanti tra loro 500 anni, un grande amore per la Valtiberina, la valle incantata attraversata dal Tevere, è finalmente diventato realtà. Devo quindi ringraziare tutti coloro che hanno creduto nel progetto e hanno aiutato a rendere disponibile ai visitatori del nostro museo questa eccezionale opportunità.”

In occasione dell’esposizione è prevista la preparazione di un catalogo che, oltre a raccogliere le immagini delle opere in mostra, reca alcuni significativi saggi storico-critici di Carlo Bertelli, Bruno Corà e Chiara Sarteanesi relativi all’importante scadenza con le fotografie di Riccardo Lorenzi.

 Le opere di Burri esposte nel Museo Civico nella sala accanto a quella che ospita la Resurrezione (1458 circa) sono il Sacco e Verde (1956) Rosso plastica (1962) Grande Bianco Cretto (1974) e Cellotex (1975). Nella stessa sala della Resurrezione, al tempo di Piero la sala dei Conservatori del Popolo, anche il San Ludovico (1460), il San Giuliano (1454 circa).

Ulteriore eccezionale opportunità per i visitatori quella di vedere ad altezza uomo e pochissima distanza, le 12 tavole che compongono il Polittico della Misericordia (1444-1464) in un’ ulteriore sala della pinacoteca. Per permettere infatti la realizzazione di alcuni lavori di miglioramento sismico si è reso necessario mettere l’opera in sicurezza e l’originale provvisorio allestimento colloca le tavole su una struttura nel centro della stanza, permettendone una visione da un’eccezionale punto di vista, quasi ad altezza uomo e a poca distanza frontale.






 

 

 archivioARB ha realizzato questo video in ricordo di Alberto Burri 1915 - 1995
 

Museo Civico, Sansepolcro (AREZZO)

dal 31 ottobre 2014 al 12 marzo 2015

 Informazioni:
www.burricentenario.com - www.museocivicosansepolcro.it

domenica 12 ottobre 2014

GIANNI CARAVAGGIO - Museo MA*GA GALLARATE - VARESE




GALLARATE (VA)

AL MUSEO MA*GA
DAL 31 OTTOBRE 2014 ALL’11 GENNAIO 2015
LA MOSTRA PERSONALE DI
GIANNI CARAVAGGIO
FINALMENTE SOLO / ENFIN SEUL

 L’esposizione nasce dalla collaborazione tra il MA*GA e il Musée d’Art Moderne Saint-Étienne Métropole e presenta le opere dell’artista ripercorrendo la sua vicenda creativa dagli anni novanta a oggi.
Dal 31 ottobre 2014 all’11 gennaio 2015, il Museo MA*GA di Gallarate, in collaborazione con il Musée d’Art Moderne Saint-Étienne Métropole, ospita la personale di Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, CH, 1968), dal titolo Finalmente solo.
L’evento, curato da Emma Zanella, direttrice del MA*GA e Lorand Hegyi, direttore del museo di Saint-Étienne, si sviluppa in contemporanea nelle due sedi e segna la prima felice collaborazione tra i due importanti musei d’arte moderna e contemporanea, da sempre attenti alla creatività artistica attuale con particolare attenzione a quella italiana.
Al MA*GA, Caravaggio presenta 40 opere che ripercorrono la sua vicenda creativa, dagli anni novanta a oggi.
La ricerca artistica di Gianni Caravaggio prende forma e materia nelle sculture spesso costruite con un’evidente precarietà di equilibrio. Una particolarità dei suoi lavori è l’utilizzo di una pluralità di materiali molto eterogenei, posti spesso in un rapporto dialettico tra di loro, come marmo, bronzo, alluminio, carta, cuoio, crema cosmetica, borotalco, polistirolo, semi di lenticchia, zucchero e molti altri.
È il caso, ad esempio, di Sugar no Sugar Molecule del 2002, in cui un parallelepipedo dai contorni irregolari è composto da tanti cubi di marmo bianco, polistirolo e zucchero di dimensioni tra loro differenti, o ancora Cosmicomica del 2006, dove gli angoli di un poliedro di marmo bianco sono segnati dalla presenza di un seme di lenticchia rossa.
“In più di un’opera - scrive Alessandro Rabottini nel suo saggio in catalogo - Gianni Caravaggio ha messo in campo una forma di osmosi tra i materiali, amplificando di ciascuno le proprietà mimetiche reciproche e alimentando, di frequente, la sensazione di una simulazione, di un inganno percettivo e di un flusso costante tra come le cose sono e come al contrario esse appaiono”.
Ecco allora Via dalla luce mia (la verità) del 2008 , misteriosa forma realizzata accostando tra loro marmo bianco e marmo grigio scuro, la cui linea di cesura è costituita dalla proiezione dell’ombra che lo spigolo di un muro proietta sul pavimento, tanto che la parola “ombra” compare addirittura tra i materiali che compongono la descrizione della scultura.
O ancora, Il mistero nascosto da una nuvola del 2013, in cui è il titolo ad attivare una forma di dialettica tra luce e ombra come “gioco delle parti” tra la percezione dello spettatore e i materiali. In questo lavoro, un grosso masso di marmo nero del Belgio è cosparso, per circa la metà della sua superficie, di zucchero in polvere, per ricreare l’effetto visivo di una nube che si espande su una montagna, rendendone più scura una parte rispetto alle zone ancora illuminate dal sole.
Il titolo della mostra, Finalmente solo, invita il pubblico a lasciare “fuori” i mille stimoli percettivi, sonori e visivi, che tempestano l’uomo contemporaneo, le connessioni in tempo reale, l’ansia di esserci sempre e ovunque, per tornare a riflettere, a sentire con il corpo e con la mente le opere che egli stesso ha “messo in scena”. Caravaggio apre gli accessi del suo “cerchio magico”, per potersi liberare dalle convenzioni e dalla quotidianità e assumere uno sguardo stupito e pronto all’immaginazione.
“Gli universi di Caravaggio - secondo Emma Zanella e Lorand Hegyi - trasmettono costanti vibrazioni che il pubblico è invitato a sentire e a cogliere, mettendo in atto forme di riconoscimento sempre variabili. Ogni opera plastica di Gianni Caravaggio si contrappone infatti a capacità di orientamento e a processi cognitivi che fanno riferimento al nostro modo di vedere l’universo, alla percezione che abbiamo dei processi reali che governano le relazioni umane e sociali”.
“La frammentarietà - continuano -, la fragilità generale degli oggetti e la deperibilità degli assemblaggi materiali trasmettono una sensazione di distanza, del “lontano” temporale e spaziale, che si ricollega alla ricerca di possibili contesti, centri e connessioni rilevanti. Lo smarrimento malinconico, questa sensazione di isolamento esistenziale e travaglio interiore dei diversi componenti delle installazioni intensificano le prospettive dei sistemi intelligibili, nei quali la ragione può dispiegarsi”.
Accompagna la mostra il catalogo di Silvana Editoriale edito dai due Musei (trilingue: italiano, inglese, francese) con testi dei direttori dei musei Lorand Hegyi e Emma Zanella, di Jean Luc Nancy, di Alessandro Rabottini, di Federico Ferrari e di Gianni Caravaggio.

 Gianni Caravaggio, nato a San Giovanni (Chieti) nel 1968, si diploma all'Accademia di Belle Arti di Milano con Luciano Fabro. La sua ricerca si pone dapprima come una rielaborazione del linguaggio poverista e, in seguito, come un originale ripensamento della materia scultorea, attraverso i materiali classici del marmo e del bronzo. I risultati sono opere di grande pulizia formale, tese ad indagare l'origine dello stesso gesto artistico, inteso come atto demiurgico. Nel panorama artistico italiano degli ultimi anni, Caravaggio si pone come una delle personalità più autonome. La sua ricerca plastica con la sua precisa componente strutturale e sintattica presenta i caratteri di un vero e proprio linguaggio. Caravaggio mette in gioco un'opera aperta dal punto di vista fenomenologico mostrando il processo attraverso cui l'opera si sviluppa nel tempo, donando al suo gesto formativo un carattere essenzialmente metaforico. La forma, mai definitiva, si costituisce attraverso lo sviluppo di un elemento generativo primigenio.



 
 


GIANNI CARAVAGGIO.
Finalmente solo / Enfin seule
Gallarate, Museo MA*GA (via De Magri 1)
31 ottobre 2014 - 11 gennaio 2015
Inaugurazione: giovedì 30 ottobre 2014, ore 18.30

Orari:
dal martedì al venerdì, 9.30-12.30; 14.30-18.00
sabato e domenica, 11.00-18.30

INGRESSO LIBERO
Informazioni:
Tel. +39 0331 706011
Fax +39 0331 706048
info@museomaga.it
www.museomaga.it

mercoledì 3 settembre 2014

Fondazione Arnaldo Pomodoro

1961
TEMPO DI CONTINUITÀ
a cura di Flaminio Gualdoni


Fondazione Arnaldo Pomodoro
Vicolo Lavandai 2/a
20144 Milano

Inaugurazione 23 settembre ore 18:00 (su invito)
FONDAZIONE ARNALDO POMODORO
24 settembre – 19 dicembre 2014

 La Fondazione Arnaldo Pomodoro prosegue il filone d’indagine storico-critica sugli anni ’50-’60 in Italia, avviato nel 2013 con le due iniziative dedicate agli esordi di Arnaldo Pomodoro e di Enrico Baj.
Nel 1961 una serie di mostre presenta alla scena nazionale e internazionale il gruppo “Continuità”, che si avvale di un importante inquadramento critico di Giulio Carlo Argan e della complicità attiva di Guido Ballo.
Riuniti intorno al genio innovativo di Lucio Fontana, dal cui manifesto dello spazialismo il gruppo riprende l’enunciato suggestivo “L’arte non è eterna; finito l’uomo continua l’infinito”, alcuni dei migliori esponenti della ricerca che si oppone alle enfasi dell’informale in nome di una più nitida ragione non oggettiva percorrono un intenso tratto di strada comune.
Il gruppo non si raccoglie intorno a un manifesto teorico o programmatico secondo l’uso del tempo, ma si configura come un’aggregazione di personalità qualitativamente eminenti e autorevoli nel momento della prima, piena maturità.
La mostra, curata da Flaminio Gualdoni con la collaborazione di Federico Giani, documenta con opere altamente significative la presenza di tutti gli artisti che presero parte alle manifestazioni del gruppo: Franco Bemporad, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Gastone Novelli, Achille Perilli, Arnaldo Pomodoro, Gio’ Pomodoro e Giulio Turcato, e ancora Arturo Carmassi, Pietro Consagra, Sergio Dangelo, Mattia Moreni, Ettore Sottsass e Tancredi.
Nella stagione delle neoavanguardie radicali, da Azimut a Zero, dal GRAV al Gruppo T, gli autori di “Continuità” rivendicano la centralità del ruolo della pittura e della scultura, in nome d’un’arte che sia, primariamente, di valori.
Accompagna la mostra il quarto numero dei “Quaderni”, con un saggio critico di Flaminio Gualdoni, le immagini delle opere esposte, oltre a una ricca documentazione relativa all’esperienza del gruppo “Continuità”.


 
 

 


 
 

Fondazione Arnaldo Pomodoro
Vicolo Lavandai 2/a
20144 Milano
(ingresso da Via Vigevano 9)
tel (+39) 02 89 075 394
fax (+39) 02 89 075 261
info@fondazionearnaldopomodoro.it
www.fondazionearnaldopomodoro.it
Orari:
dal mercoledì al venerdì,
dalle 16 alle 19
Ingresso libero
previo accreditamento
Informazioni:
tel (+39) 02 89 075 394



 

sabato 2 agosto 2014

Giuseppe Penone - Prospettiva vegetale - Firenze

 


Prospettiva vegetale e' un progetto inedito curato da Arabella Natalini e Sergio Risaliti. L'artista affronta il rapporto tra uomo e natura, rapporto delicato e possente espresso attraverso l'uso di molteplici materiali.

A partire dalle sue prime esperienze giovanili, entrate da tempo nella storia dell'arte del XX secolo, Giuseppe Penone ha intrapreso un lungo percorso segnato da un interesse profondo per il rapporto tra natura e cultura. Un rapporto delicato e possente, espresso dal Maestro attraverso l’uso di molteplici materiali, da quelli “eversivi” e banali sdoganati dai protagonisti dell’Arte Povera, all’impiego delle materie classiche della tradizione scultorea: legno, bronzo, marmo. Il loro utilizzo lo ha accompagnato negli anni: nelle sue prime azioni a diretto contatto con la natura, dove il gesto umano si inserisce rispettosamente nella crescita naturale; nei celebri Alberi in legno, che ancora un gesto scultoreo ha riportato alla luce, liberandoli dalle travi già trasformate dall'azione dell'uomo; in quelli in bronzo che innestano nella tradizione scultorea antica le forme arboree; nei blocchi di marmo delle Anatomie, dove emergono sia venature minerali che antropomorfiche; fino ai magnifici disegni dove l'artefice imprime una traccia del proprio corpo che si espande, attraverso il tratto a grafite, riprendendo l’andamento della crescita dei fusti.

Penone ha sviluppato il suo linguaggio a contatto con la natura, o meglio, dentro alla natura stessa, cimentandosi con insuperabile maestria con interventi in grandi spazi all’aperto, senza mai incrinare l’equilibrio antico che la caratterizza, ma riportandovi lo sguardo contemporaneo e la linfa vitale che lo contraddistinguono.
Parallelamente, il suo lavoro è stato esposto in alcune delle sedi museali più prestigiose al mondo, tra cui il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou di Parigi e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, ricreando ogni volta atmosfere evocative attraverso opere che riflettono sul lavoro dell’uomo e della natura, sulla pratica artistica, sul trascorre del tempo e della vita






 Forte di Belvedere
via S. Leonardo, Firenze
ore 10-20, lunedì chiuso

Giardino di Boboli
piazza Pitti 1, Firenze
8,15-19,30 luglio e agosto
8,15-18,30 settembre e ottobre
primo e ultimo lunedì del mese chiuso


martedì 8 luglio 2014

Maria Lai “Ricucire il mondo”




Con un progetto speciale di Claudia Losi e Antonio Marras

“Ricucire il mondo” è un progetto espositivo dei Musei Civici di Cagliari e del Museo MAN di Nuoro dedicato a Maria Lai (1919-2013), una delle figure femminili più importanti e affascinanti della storia dell’arte italiana della seconda metà del Novecento. L’esposizione, realizzata grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna, propone un percorso cronologico e tematico strutturato in tre diverse sedi: il Palazzo di Città di Cagliari, il Museo MAN di Nuoro, il paese di Ulassai. Con più di trecento opere provenienti da raccolte sia pubbliche sia private, oltre che dalla collezione della famiglia, Ricucire il mondo è la prima retrospettiva completa dedicata all’artista.

Cagliari – Palazzo di città (Inaugurazione giovedì 10 luglio ore 19)
Il Palazzo di città di Cagliari ospiterà la prima parte del progetto, a cura di Anna Maria Montaldo, direttrice dei Musei Civici, dedicato alla produzione dell’artista dagli anni Quaranta alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Il percorso espositivo, articolato in aree tematiche, muove dal cospicuo corpus di disegni, realizzati a penna o matita a partire dai primi anni Quaranta, per arrivare alle tempere dedicate al tema del lavoro femminile, alla produzione ispirata alla tessitura (lavagne, libri cuciti, geografie), fino ai Paesaggi, le Terrecotte, i Pani, i Presepi e i Telai degli anni Settanta, centrali nella produzione dell’artista. La parte cagliaritana della mostra sarà arricchita dalla presentazione di materiale documentario, interviste e filmati d’archivio a ricostruire alcune tra le tappe più significative del percorso creativo dell’artista. Tra questi anche il celebre video della performance collettiva Legarsi alla montagna, realizzata a Ulassai nel 1981, lavoro chiave nello sviluppo dei linguaggi dell’artista, identificato come possibile elemento unificante le tre sedi del progetto.

Nuoro – Museo MAN (Inaugurazione venerdì 11 luglio ore 19)
Il MAN di Nuoro ospiterà la seconda parte della mostra, a cura di Barbara Casavecchia e Lorenzo Giusti, direttore del museo, dedicata alla produzione di Maria Lai successiva ai primi Ottanta, un momento di particolare intensità creativa per l’artista, portato avanti in sintonia con gli sviluppi delle coeve ricerche internazionali di ambito performativo, relazionale e pubblico. Oltre a Legarsi alla montagna, la celebre azione collettiva del 1981, in mostra saranno presentati alcuni tra i principali interventi ambientali realizzati successivamente, da La disfatta dei varani (Camerino, 1983) a Essere è Tessere (Aggius, 2008). La mostra ricostruisce le tappe principali di questo percorso tramite opere, materiali documentari, foto e video, intrecciandole alla ricerca svolta da Lai nell’ambito del teatro e della performance. Un altro elemento nodale del percorso espositivo (che comprende alcune importanti serie di lavori, tra cui Lenzuoli, Libri cuciti e d’artista, Geografie e Telai) è la relazione con il mondo dell’infanzia e della didattica, esplorata da Maria Lai tramite la produzione di fiabe, libri, giochi e laboratori, volti a coinvolgere nella riflessione sul potenziale liberatorio dell’arte ogni genere di pubblico, fino dalla più giovane età.

Claudia Losi & Antonio Marras – Come piccole api operaie
Un progetto speciale, frutto di una collaborazione tra l’artista Claudia Losi e lo stilista Antonio Marras, amico e collaboratore di Maria Lai, unisce idealmente le sedi di Cagliari e Nuoro. A Cagliari l’intervento collega la facciata del museo e le vie circostanti con l’interno di una sala al piano terra, dove un’opera di Lai sarà visibile anche durante la notte. A Nuoro, una tessitura di fili metallici partirà dall’esterno del MAN per attraversarne mura e finestre, fino a “legare” alle pareti una galassia di piccoli oggetti (cartoncini d’auguri, grafiche, gioielli, stoffe, ricami), realizzati da Maria Lai nel corso della propria vita e donati ad amici e parenti, ricostruendone il ruolo di artista attiva nella propria comunità, che generosamente condivide e “disperde” la propria opera.

Ulassai – Una Stazione per l’arte (Inaugurazione sabato 12 luglio ore 11.30)
Terza sede del progetto è il paese di Ulassai, che, in occasione delle mostre di Cagliari e Nuoro, con il coordinamento di Cristiana Giglio, direttore della “Stazione dell’Arte”, presenta due occasioni di visita. La prima coinvolge gli spazi dell’antica stazione ferroviaria, oggi sede del museo dedicato a Maria Lai, dove, per la prima volta dalla sua apertura, avvenuta nel 2006, le sale saranno riallestite secondo il progetto originale, ideato dalla stessa Maria Lai, con uno spazio dedicata alle carte geografiche, uno con gli omaggi ai maestri (Salvatore Cambosu, Giuseppe Dessì, Arturo Martini) ed una ospitante l’installazione Invito a tavola. La seconda occasione di visita riguarda invece gli interventi ambientali nel paese di Ulassai, realizzati a partire dai primi anni Ottanta. Il giorno dell’inaugurazione una navetta collegherà i diversi siti, dando la possibilità al visitatore di muoversi con facilità all’interno di quello che può essere considerato un vero e proprio museo all’aperto, con opere quali La strada delle capre cucite, Il gioco del volo dell’oca, il Telaio soffitto del lavatoio e molti altri. Una nuova segnaletica faciliterà la visita, con percorsi a terra e cartelli illustrativi.



Museo MAN
via S. Satta 27
- 08100 Nuoro
tel. +39 0784 25 21 10
orari: 10-13 | 15-20 lunedì chiuso
www.museoman.it

Palazzo di città
Piazza Palazzo, 6, 09124 Cagliari
tel. +39 070 677 6482
orari: 10-21 (giovedì 10-24) lunedì chiuso
www.museicivicicagliari.it



Stazione dell’arte
Strada Provinciale 11, 08040 Ulassai (Og)
tel. 39 0782 787 055
orari: 9-20.30 (dal 1 ottobre 9-19)
www.stazionedellarte.it