martedì 23 ottobre 2018

L’INTERVISTA - HAEBEL & IL FRATTALISMO.


HAEBEL - “Isola” - Gesso su lavagna - 1987

IL CAOS CREATIVO - INCHIESTA ARTE E FRATTALISMO 

A cura di ANTONIO FRESA

Arte e Scienza possono convivere, collaborare, integrarsi? Un’indagine compiuta a livello internazionale rivela le “potenzialità” del frattale. E’ il primo passo di un’interazione o una vera e propria svolta? I protagonisti raccontano…

L’INTERVISTA
HAEBEL & IL FRATTALISMO

FRACTUS ERGO SUM
CONVERSAZIONE A TUTTO CAMPO SU FRATTALISMO E DINTORNI COL MAGGIORE ESPONENTE ITALIANO DI QUESTA CORRENTE ARTISTICA..

I Frattali e l’Arte. Come si articola questo “strano” rapporto?
Non sempre il mio percorso artistico coincide con quello delle altre personalità del settore, i cui itinerari sono illustrati nel libro “Fractus” da me curato. Per quanto mi riguarda, non penso che il rapporto tra frattali ed arte sia strano. L’arte può essere messa in relazione a qualsiasi altra disciplina, purché ci siano alla base contenuti trasferibili. La giovane geometria frattale si è affermata come strumento di simulazione, mediante modelli teorici visualizzati, con forme similari a quelle della natura; la mia attenzione si è accentrata sulla possibilità di penetrare in “altre” dimensioni - come è noto la geometria frattale, a differenza di quella euclidea , concepisce dimensioni di grado frazionario e non intero. Inoltre, è stato per me motivo di stupore il comportamento catalizzante degli attrattori che, primeggiando nel caso, determinano forme d’ordine: ad esempio, si pensi ad immagini che si arrotolano, in pieghe entro pieghe, fino all’infinito. Ai fini della trasposizione e la rappresentazione delle immagini che ho mutuato dalla geometria frattale, faccio sovente riferimento a elementi e a figure che, pur propagandosi all’infinito, si ripetono in una commistione tra ordine e caos, quasi rinnovandosi ogni volta a nuova vita.

La vecchia ma sempre irrisolta polemica delle due culture può trovare con l’avvento del frattalismo un significativo punto d’intesa?

Non è il caso di ripercorrere qui la storia dell’arte e delle scienze; è sufficiente ricordare che, nel corso del tempo, le due culture hanno sempre assunto un atteggiamento prevaricatorio. Quando sono poi emerse le possibilità per una fattiva collaborazione, si è stabilito un “dialogo tra sordi”. Oggi, le scienze stanno mettendo a punto scoperte che coinvolgono tutto lo scibile umano e che modificano l’attuale realtà grazie all’utilizzo del computer grafico che ha la capacità di trasformare il progetto matematico in immagini. Tale aspetto è, a mio parere, la nuova e piò importante scoperta culturale emersa negli ultimi tempi. L’ arte, invece, vantando uno specifico intoccabile e fondando il suo statuto sull’immaginario, ha sempre rifiutato l’uso del computer, anche solo come strumento di conoscenza. La geometria frattale, per le sue molteplici implicazioni, ha trovato rispondenza anche nel campo dell’estetica sia per lo studio di forme naturali che di nuove e insospettabili situazioni spaziali. Tutto cjò ha favorito la possibilità di un significativo punto d’intesa tra attività artistica e scientifica ed ha anche consentito di avviare un progetto in comune: dare senso alla trasformazione della realtà, scambiandosi influenze reciproche, pur rimanendo autonome. Tali presupposti non bastano, essendo necessarie idonee strutture e l’integrazione trans-disciplinare per la realizzazione di questo progetto. Il “laboratorio dell’arte”, come quello scientifico, dovrebbe uscire dal suo ambito chiuso e isolato per avvalersi dei mezzi tecnologici e dell’esperienza di operatori specifici e di varie aree culturali. 

E’ possibile interpretare il frattalismo come la sintesi della multimedialità della cultura contemporanea? 

Ritengo che si possa fare cultura con qualsiasi modalità, purché vi sia integrazione tra valori trasferiti e mezzi espressivi. Perciò l’introduzione della multimedialità nella cultura contemporanea rappresenta senz’altro un passo avanti per l’esplorazione di nuovi orizzonti per le arti visive. L’esperienza frattale rappresenta il punto di incontro tra la creatività umana e l’intelligenza artificiale. Il suo trasferimento in campo artistico ha bisogno di espansioni diverse che soltanto tecnologie avanzate possono visualizzare.

La realtà virtuale, di cui tanto si parla, può trovare nel frattalismo un momento di incontro (al tempo stesso artistico e scientifico)?

Non è difficile in queste due nuove realtà riscontrare dei punti in comune, anche se il loro cammino è ancora parallelo. Sicuramente in futuro le due esperienze si potranno in qualche modo complementare. Il calcolatore, ad esempio, ha la possibilità di trasformare il progetto matematico in immagini e permette di verificare e approfondire non solo il visibile ma di rivelare anche il non percettibile. L’attuale parallelismo è dovuto alla loro svolta concettuale: mentre il virtuale elabora nel puro campo dell’immaginario, il frattalismo, pur partendo dagli stessi presupposti, si attiene all’analisi della struttura della natura e quindi più strettamente alla realtà. Un punto di contatto tra realtà virtuale e frattalismo potrebbe perciò essere rappresentato dalla creatività dell’artista. L’aspetto scientifico è invece ancora tutto da esplorare e perciò è difficile fare previsioni. 

Caos e Frattalismo è possibile conciliare la questione “filosofica” dell’indeterminazione? 

Debbo subito evidenziare che il mio razionalismo intellettuale è fortemente attratto dal rigore delle discipline scientifiche dalle quali mi è possibile trarre quelle certezze conoscitive che mi danno la tranquillità di agire e operare. Questa esigenza è attualmente emersa in modo prepotente e, da ogni parte, si stanno formando correnti di pensiero che analizzano le nuove realtà determinate dalle recenti scoperte scientifiche e tecnologiche. Ciò giustifica il progetto artistico di riconciliazione con le scienze che in sintesi può articolarsi nelle seguenti argomentazioni: volontà di acquisire certezze per uscire dalle innumerevoli indeterminazioni che ci circondano; rifondazione culturale del sapere; aperture trans-disciplinari; sperimentalismo con l’uso di strumenti tecnologici. Come già detto, il caos coesiste con l’ordine come l’ordine col caos. La geometria frattale sta indagando su questo aspetto poiché studia, attraverso sistemi complessi, i processi caotici e la loro stabilizzazione. La geometria frattale ci dà la possibilità di indagare i confini del “perfetto-imperfetto” (frontiera del caos), penetrandone, attraverso i concetti della ripetitività e dell’autosomiglianza, i misteri ad essi connessi ed esaltando le nostre possibilità percettive. Altrettanto entusiasmante è l’”avventura spaziale” che si ottiene dallo studio degli attrattori caotici; anche tale indagine ci porta alla coscienza dell’ordinabilità del caos, associata al concetto dell’equilibrio tra ordine e disordine, tra il conoscibile e l’ignoto. 

Il frattalismo è un fenomeno avvertito e vissuto su scala internazionale? Quali sono in questo senso gli esempi più concreti?

Sono lieto di tale domanda, in quanto mi è data la possibilità non solo di esporre
Il mio convincimento operativo sulla ormai estesa divulgazione del pensiero frattale nel campo artistico, ma anche di far serenamente riferimento al libro “Fractus” da me curato, nel quale sono esposte numerose e qualificate testimonianze di questo fenomeno. Ho evidenziato un ampio ventaglio operativo di artisti internazionali che ho avuto il piacere di contattare nel corso della mia ricerca. Il criterio di scelta deriva esclusivamente dall’intenzione di mettere in evidenza le possibilità di applicazione sul piano estetico dei principi della nuova geometria. Nel volume ho aggiunto numerose testimonianze di autorevoli personalità e ho evitato ogni commento, non per una questione di comodo, ma affinché, attraverso la lettura, ognuno possa trarre le proprie conclusioni. Ritengo ingeneroso citare degli esempi, in quanto gli artisti e i gruppi -dal Brasile alla Francia , dall’America alla Germania - hanno espresso una scelta di aspetti particolari nel mondo frattale, in funzione del loro sentire e della loro capacità artistica che si è naturalmente risolta nell’accogliere metodologie diverse.

Pubblicato da: “ARTE & CARTE” - Anno III - N° 11 - Marzo/Aprile 1993

Il Mezzogiorno Editore - Napoli



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                  giunti snodabili, plexiglass, specchi, pannelli in forex 1997, opera dispersa.


ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI
COMITATO NAPOLETANO DELLA SOCIETA’ DANTE ALIGHIERI

Palazzo Serra di Cassano
Napoli - Via Monte di Dio,14

INTERVISTA A HAEBEL
Protagonista dell’arte frattale in Italia

di Giudi Scotto Rosato

L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (Via Monte di Dio, 14 – Napoli) ospiterà il 5 ottobre la presentazione della monografia: Haebel: dal nucleare al frattale 1953/2003 a cura di Domenico Natale. Sarà presente l’artista che esporrà le sue opere. Relatori: Luigi Campanella, Domenico Natale, Giudi Scotto Rosato, Presiede Matteo D’Ambrosio. Seguirà alla presentazione una esibizione di musica frattale.


STRALCIO DALL’INTERVISTA

Mi racconta il percorso attraverso il quale è approdato alla geometria frattale?

Meraviglia, curiosità, e casualità costituiscono il motore del mio percorso, mi sono sempre interessato di varie geometrie, ma il punto di svolta è stato la lettura del libricino di Benoit Mandelbrot Gli oggetti frattali. Forma, caso e dimensioni.Lo feci con molta attenzione e mi accorsi che c’era qualcosa importante, di rivoluzionario; finalmente una geometria in grado di penetrare in “altre” dimensioni, concependo a differenza di quella euclidea, dimensioni di valore frazionario e non intero. In particolare, lavorando al computer grafico, verificai che il segmento AB – definito da un numero intero – si allungava e si accorciava se iterato con numeri decimali, ripeto, siccome sono curioso, cominciai a fare delle prove, degli esperimenti e ogni volta che inserivo nell’algoritmo delle cifre frazionarie il segmento si dilatava, creando delle forme interne simili a cunei; allora capii che veramente avevo imbroccato una strada nuova, inusitata. La geometria euclidea non mi dava alternative: il segmento AB è bidimensionale e basta, mentre il frattalismo mi permise di trovare forme diverse. In seguito a questi studi, decisi di conoscere Mandelbrot per confrontarmi direttamente con lui. Lo incontrai alla Accademia dei Lincei a Roma e parlargli fu per me estremamente fecondo: mi descrisse le incredibili potenzialità della geometria frattale, mi incoraggiò e autografò anche una copia del libro che stavo scrivendo in quel periodo. Il colloquio mi consentì di comprendere la “grandezza” dell’uomo e la straordinarietà della sua scoperta…


Il suo incontro con gli studi di Mandelbrot, quindi con la formalizzazione scientifica della geometria frattale ha costituito un incipit o piuttosto un input per la metabolizzazione di questo nuovo campo metaforico attraverso il quale filtrare la realtà?

…La metabolizzazione è soprattutto scattata con la conoscenza degli studi di Mandelbrot che mi hanno permesso di capire quanto il mio lavoro precedente fosse frattale. Nelle ricerche sull’Onda, ci sono ad esempio delle modalità omotetiche che potrebbero essere definite paleo-frattali, insomma, sono sempre stato frattale inconsapevolmente. Mandelbrot ha scoperto il mondo dei frattali in quanto uomo di scuenza, io ho incrociato la sua strada seguendo, fidandomi della mia sensibilità di artista ; fin dagli anni dell’Accademia, ho orientato la mia pittura verso l’inusitato, la novità…ma mai fine a se stessa. E, incanalato in questa direzione, ho iniziato a percepire i sintomi di un nuovo paradigma. Spinto dalla possibilità di realizzare inconsueti progetti, ho sempre ricercato inediti strumenti attraverso i quali filtrare la realtà. Quando ho letto il libro di Mandelbrot, ho potuto “formalizzare” la mia posizione di artista, acquistando la consapevolezza di avere un’anima frattalista, vale a dire non solo ho vissuto, ho avvertito i cambiamenti in atto, ma li ho anche conosciuti.

Qual è il ruolo della creatività nell’arte frattale?

La componente scientifica è presente nel mio lavoro solo nella fase dello studio, ossia nel progetto analitico di tipo matematico, a me interessa rilevare quali meccanismi scattano quando compio determinate operazioni, cogliere l’idea iniziale; il mio obiettivo non è riprodurre l’immagine realizzata dal computer, ma partire da essa, tradurre in termini artistici quella che è soltanto una “parvenza embrionale” prodotta dal calcolatore. Dopo la fase dello studio, mi metto alla tela e faccio l’artista, l’atto creativo non è assolutamente mortificato in quanto rimane protagonista indiscusso del mio operato. Io certamente mutuo dalla più sofisticata logica della scienza importanti concetti, tuttavia le finalità e in parte anche le metodologie restano differenti, per me sarebbe impossibile ripetere un quadro, mentre la ripetitività è un valore fondante dell’operato scientifico. Il momento analitico costituisce esclusivamente un’esperienza sulla base della quale compio le mie scelte artistiche, creative. Attraverso la geometria frattale, l’artista non rappresenta semplicemente o efficacemente la natura, bensì crea il suo contenuto di rappresentazione…

Dunque non è limitante in termini di creatività , il ruolo funzionale del computer?

Ho elaborato un approccio personale e soggettivo al frattalismo, coniugando le opportunità offerte dai nuovi mezzi tecnici con il lavoro più intensamente pittorico. Non penso che sia limitante realizzare un quadro anche attraverso l’utilizzo del computer. Anzi, nella mia esperienza di artista, questo strumento ha costituito un valore aggiunto. Modificando i parametri di partenza dell’algoritmo, si costruiscono forme inedite e diverse: “navigo” al loro interno sino a coglierne i punti di maggiore suggestione e valenza immaginifica, e da questi realizzo pittoricamente i soggetti, filtrandoli attraverso la mia esperienza, la mia sensibilità, la mia creatività…

Qual è il futuro dell’arte frattale? Ci sono i presupposti per abbandonare definitivamente i confini distintivi che hanno caratterizzato tradizionalmente il rapporto tra letteratura, arte e scienza e riconoscere il processo di osmosi che esse reciprocamente realizzano?

La geometria frattale configura un nuovo campo metaforico e teorico, la cui valenza creativa e cognitiva è sempre più avvertita ed inglobata da artisti di tutto il mondo. I rigidi confini che tradizionalmente hanno caratterizzato il rapporto tra arte e scienza, stanno via via crollando. L’interdisciplinarietà è estremamente aperta; non ha limiti, non ha confini, è infinita come la geometria frattale…

…certamente la ritrosia, i dubbi, l’isolamento non devono scoraggiarci…


L’intervista integrale è pubblicata sulla rivista: “VIATICO” Bimestrale d’arte e cultura contemporanea . Anno X - n° 40 - Settembre/Ottobre 2006.


HAEBEL (pseudonimo di Antonio D’Anna) è un artista napoletano trapiantato agli inizi degli anni “80 a Roma, dove ora opera con studio ad Ostia Lido. Haebel ha svolto una lunghissima attività artistica condotta sempre nel segno della sperimentazione e caratterizzata dal gusto per la raffinatezza delle tecniche espressive. Intorno alla metà degli anni “80, sulla scorta di un suo interesse per la Computer grafica, si è accostato all’arte frattale contattando prima lo stesso Mandelbrot e poi entrando in relazione attraverso il critico Pierre Restany con i primi artisti frattalisti francesi e tedeschi e attraverso questi con tutto il contesto del frattalismo internazionale. Ciò lo ha portato, tra l’altro, a redigere una monumentale e preziosa documentazione sull’arte frattale che è stata in parte presentata per la prima volta a corredo della mostra personale di Haebel , da me curata , al “Poiein”. La poetica di Haebel è indirizzata sostanzialmente ad indagare e visualizzare le leggi che regolano la geometria frattale con i mezzi e la libertà propri dell’arte. Il suo modo di operare risulta estremamente affascinante proprio nel ricondurre ad una entità linguistica tanto l’apporto del computer che quello delle tecniche pittoriche più preziose. Egli parte dalla composizione al computer di un elemento frattale minimale e lo fa poi iterare secondo un programma non predeterminato attraverso un apposito algoritmo. Il tracciato frattale che viene evidenziato nel video, e che possiede le proprietà dell’invarianza di scala e dell’autosomiglianza, costituisce il nucleo della futura opera pittorica. Egli, infatti, estrapola da questo contesto un solo momento della iterazione e lo traduce in opera pittorica originale dilatata nei suoi significati e nei suoi valori estetici dalle particolari scelte cromatiche e compositive. In genere egli è interessato particolarmente agli attrattori strani, ai momenti nei quali il processo caotico fa deviare l’iterazione dimostrando in ciò il limite più evidente della geometria euclidea.

Domenico Natale

Estratto da : Concetto frattale e arte - “Arte Napoletana nei Secoli”- a cura di Rosario Pinto - Euroedit - Napoli 1995.



Finalmente l'attesissimo catalogo ragionato, l'estetica del frattale, a cura di Haebel.
In cui ci sono interventi interessanti di artisti e critici internazionali .

Feedback positive - 100 x 100 cm, tempera su tela, 2014





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